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Un articolo dell'Unione Sarda
Quando è cominciata l'era del digitale per i giornali? Il primo quotidiano italiano a sbarcare ufficialmente sul web è stato l'Unione Sarda. Era il 3 dicembre 1994. Il primo in assoluto tuttavia è stato il Chigago Tribune nel maggio 1992, seguito un anno dopo dal San José Mercury Center. Da allora l'editoria on line ha fatto passi da gigante. E non si contano più le pubblicazioni in rete. Ma uno studio, uno studio vero, sistematico, probabilmente non è stato ancora compiuto. Ci ha provato l'Università di Urbino (Cattedra di storia del giornalismo, professor Vittorio Paolucci), ci ha provato Enrico Pulcini (inventore di Infocity.it) ora cerca di farlo - con un altro sistema, quello dei contributi in rete - il sito Ipse.com, punto di riferimento importante (è ricco di dati e indagini) per chi si occupa di web e dintorni.
Su carta c'è poco. Ricostruire la storia dell'informazione on line non è facile: molte pubblicazioni sono nate e morte nel giro di poche ore, tanti giornali su carta replicano semplicemente i contenuti in html. È complicato mettere paletti storici, cavare via precisi punti di riferimento. Certo, la svolta si potrebbe far partire dal 1995, quando sulla rivista cult Wired, Micheal Crichton profettizzò l'imminente estinzione di giornali e tv a favore dei media interattivi, seguito da George Gilder, economista e massmediologo (disse: «La tv è morta. Il computer l'ha sostituita di fatto»). Tempi in cui tutto era facile: Andrew Grove, allora presidente del colosso multimediale americano Intel, in un intervento sostenne che la carta stampata aveva tre anni di vita. Profezia errata. Ma la storia dei media è ricca di profezie non azzeccate.
Tornando a casa nostra alcune date tuttavia Ipse.com le ha fissate. Nel 1995, esattamente in aprile, «parte il sito della Stampa, curato da Federico Reviglio. Quello dell'Unità debutta il 30 agosto, grazie all'opera dal provider romano McLink. Seguono poi, tra il '95 e il '96, il Corriere della Sera, il Sole 24 Ore, la Gazzetta dello Sport e il Manifesto». La Repubblica «fa i primi esperimenti online nella seconda metà del '96», in occasione delle elezioni capisce la straordinaria potenzialità del web, «e inaugura Repubblica.it nel gennaio '97».
Nella seconda metà del '96 va in rete anche il Foglio di Giuliano Ferrara. E anche «il Giornale inaugura una sua "edizione sperimentale" su Internet, realizzata dal service provider milanese Starlink: due sole pagine che restano on line un paio d'anni (oggi il quotidiano milanese è uno dei pochi a non avere un suo sito web)». Questi, in sintesi, - secondo quanto scrive Ipse.com - «i primi passi dei quotidiani italiani su Internet. Ma la storia di quegli anni è molto più complessa e nessuno si è ancora preso la briga di scriverla. E ancora meno noti sono gli esordi in rete di altri prodotti editoriali, come i periodici e le riviste elettroniche». Per questo, «per ricostruire le origini dell'informazione online in Italia», Ipse.com chiede i contributi dei navigatori: «Molti hanno vissuto in prima persona le vicende di quell'epoca (non è preistoria, sono passati solo sette anni)». Altre domande: «Quali sono state le prime riviste su carta ad approdare su Internet? E quali e quanti magazine elettronici sono passati dal mondo delle Bbs al web?».
Mauro Spignesi, Unione Sarda, 17 luglio 2002

Documentazione
- "Un traghetto nel ciberspazio": l'articolo dell'Unione Sarda del 4 dicembre 1994 sulla presentazione alla stampa della versione ipermediale del quotidiano.
- "The Berlusconi of the Net": un ampio servizio di Wired (gennaio 1996) sulla storia di Nichi Grauso, il fondatore di Video On Line.

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